Il Mysterium
dei due scandali

Neppure quel sant’uomo di Paolo di Tarso, che pure è riuscito a sviscerare in lungo e in largo il Mysterium iniquitatis, riuscirebbe a spiegare come mai nei palazzi della politica monta a vista d’occhio lo scandalo di Cannes mentre cala il silenzio sull’altro brutto affare, molto più corposo, che è l’appalto di mezzo miliardo per la riscossione dei tributi nei comuni: una gara truccata. Il presidente dell’Antimafia, Antonello Cracolici, ha alzato la pietra e sotto sono apparsi i vermi. Talmente aggressivi e famelici da spingere l’assessore Marco Falcone, a sospendere le procedure e a lasciare i comuni in braghe di tela. Ma dopo l’imbarazzo del primo giorno né il governo né le opposizioni hanno buttato un occhio nel verminaio per individuare colpe e complicità di un atto così avventato e..

C’era un Tarabas
a Palazzo d’Orleans

Sulle date l’ex assessore Manlio Messina, detto il Balilla, può anche avere ragione. La delibera che dava il via libera al lussemburghese Patrick Nassogne di apparecchiare a Cannes un’altra passerella da 3,7 milioni fu preparata dagli uffici quando l’assessore di Musumeci era già andato via e il successore non si era insediato. Fu predisposta cioè nello spazio di tempo in cui il Turismo era retto ad interim da Renato Schifani: il neo presidente ritardava a formare la giunta e quindi tutte le deleghe facevano capo a lui. Onere e onori. Ma c’è un ma. Il governatore ha saputo dello scandalo leggendo i giornali. Ed è caduto ancora una volta dal pero. I burocrati non lo avevano informato. Lui, da Palazzo d’Orleans, credeva di controllare ogni carta e di essere il..

Ma nessuno si fa
un selfie ai Rotoli

Il sindaco Roberto Lagalla saltella da una cerimonia all’altra: fa cose, vede gente, stringe mani. Carolina Varchi, la sua vice, fa la spola tra Palermo e Roma, tra Palazzo delle Aquile e la Camera dei Deputati: vede la Meloni e si fa un selfie, incontra Crosetto e scatta un altro selfie: la vita è bella perché è varia. Maurizio Carta, l’uomo forte della giunta, racconta ogni giorno su Facebook quanto è bravo e atletico: si mostra in tuta da ginnastica, macina decine di chilometri. E Palermo? Beh, sono al governo da quasi sei mesi, hanno fatto un po’ d’ordine sui conti e dicono di avere salvato il Comune dal baratro in cui l’aveva trascinato Leoluca Orlando. Ma non si vede in città un solo segnale di cambiamento. Le bare dei..

Schifani nella morsa
di due scandali

Riuscirà il presidente della Regione a sbrogliare la matassa degli scandali che rischia di soffocare la sua azione di governo? Renato Schifani è stretto in una morsa. Sulla kermesse di Cannes e il fiume di denaro finito in Lussemburgo ha pochi margini di manovra. L’assessore al Turismo, Francesco Scarpinato, ha fatto da spiccia faccende. Il protagonista dell’affaire è il predecessore, quel Manlio Messina che vanta la copertura dello stato maggiore di Fratelli d’Italia, partito al quale Schifani deve la sua elezione e la sua sopravvivenza. Non solo. A complicare le cose è arrivato l’altro scandalo, quello sulla riscossione, targato Gaetano Armao, l’ex del Bilancio che di Schifani è fraternissimo amico e ascoltatissimo suggeritore. Potrà mai il presidente adottare il pugno di ferro su Cannes e all’un tempo sorvolare sul mega-appalto..

Non ha ubbidito
al Bullo: chapeau

Non l’ho mai visto, nemmeno in una foto. Perché lui non ha mai amato il palcoscenico né, meno che meno, il teatrino della politica. Per cinque anni ha lavorato all’Irfis. Si chiama Giacomo Gargano. E’ stato nominato presidente dell’istituto di credito da Nello Musumeci. Di sicuro avrà seguito fedelmente le indicazioni del governo e avrà avuto modo di mostrare al governatore la sua personale gratitudine. Ma sono certo che non ha mai diviso il mondo in buoni e cattivi, in amici e nemici. Ha agito con rigore e professionalità. E ne ha dato prova anche quando il Bullo spingeva per dividere in figli e figliastri le testate che chiedevano di accedere ai contributi per l’editoria: da un lato i velinari e dall’altro lato i giornalisti liberi, alcuni dei quali colpevoli..

Chi c’è nella stanza
della porta accanto

Il fantasma dell’Opera, protagonista del romanzo di Gaston Leroux, viveva nei sotterranei del grande teatro parigino. Il fantasma di Palazzo d’Orleans vive invece nella stanza che fu di Giuseppe Lumia, il senatore della porta accanto, chiamato così perché da quella postazione controllava i dossier più delicati di Rosario Crocetta, il governatore venuto da Gela. Dove c’era Lumia ora c’è il fantasma del Bullo, il sulfureo personaggio che fu consigliere funesto di Nello Musumeci e che ora ispira le parole e le opere di Renato Schifani. Il presidente della Regione, alla luce dei guai che il Bullo ha combinato – prima da consulente di due avventurieri come Ezio Bigotti e Stefano Ricucci, poi da eminenza grigia della politica più spregiudicata – avrebbe dovuto tenerlo lontano o, quantomeno, chiamare l’esorcista. Invece l’ha..

Da Crocetta a Schifani
Il destino degli scandali

Ricordate Rosario Crocetta, il governatore portato a Palazzo d’Orleans dall’antimafia di Giuseppe Lumia e Antonello Montante? Quando avvertiva odore di scandalo si affacciava nei corridoi e strillava: “Non ditemi nulla, mando le carte in procura”. Poi scoprì che la stanza degli affari era quella accanto alla sua e lo spirito legalitario cominciò a vacillare. Renato Schifani, nuovo presidente della Regione, ha tra le mani gli scandali del precedente governo e quello, fresco di giornata, intestato a Francesco Scarpinato, l’assessore al Turismo che il 30 dicembre ha deciso di stanziare 3,7 milioni di euro per una nuova passerella a Cannes e di lucidare con un’altra barca di soldi i bilanci di una società fantasma molto cara al suo predecessore e con sede in un paradiso fiscale. Lo scandalo si tocca con..

Sotto un velo
di rose e fiori

Un governo unito e compatto? Macché. Con un editoriale pubblicato sul Giornale di Sicilia, Marco Romano ha messo in fila i contrasti, le diffidenze e i veleni che ammorbano la giunta regionale presieduta da Renato Schifani. Ci sono assessori che non sanno quello che fanno; e ci sono assessori che se ne stanno nel limbo dell’evanescenza con lo smarrimento dei bambinetti al primo giorno di scuola. Poi c’è Schifani, il governatore – con il suo carattere ombroso, sospettoso, permaloso – che pretende di controllare tutto e tutti, che richiama i disobbedienti all’ordine, che bacchetta e rattoppa, che vede ovunque trame e complotti orditi da Gianfranco Miccichè, il suo comodo nemico. In questi primi mesi un’accidiosa intesa tra pagnottisti e velinari ha steso su Palazzo d’Orleans un velo di rose e..

Quei brodini
indigeribili

Vorrei tanto essere come il mio amico e collega, si fa per dire, che ogni mattina riesce a scrivere un brodino sul futuro luminoso del presidente Renato Schifani e di tutta la sua meravigliosa squadra di governo. Vorrei avere la sua invincibile vocazione a pestare sempre la stessa acqua nel mortaio, a tranquillizzare i lettori col venticello caldo dell’adulazione, a macinare le parole della politica con la disinvoltura e il bianco candore di un sonnambulo. Ma non ci riesco. Perché in questa Regione basta alzare una pietra e ci ritrovi sotto i vermi. Alzi il sipario dell’Orchestra sinfonica e ci ritrovi il marcio di una gestione commissariale che ha portato la Fondazione a sbattere. Smuovi il pietrone della Sanità e ti tornano in mente le parole del profeta Isaia: “Dopo..

Un anno con voi
contro le arroganze

Ci odiano i velinari e i pagnottisti: non sopportano che esista un giornaluzzo, come il nostro, che ogni giorno cerca di capire, con scrupolo e una buona dose di ironia, cosa c’è da leggere nel vuoto degli illeggibili comunicati stampa. Ci minaccia, va da sé, il Bullo e ci perseguita a suo modo pure il Presidente della Regione, spesso abbagliato dalle testoline impomatate degli impostori che gli ronzano attorno, travestiti da amici e consiglieri. Ci odiano i balilla, come il Cavaliere del Suca, e anche le faccette nere che hanno trasformato gli assessorati in centri per lo svago e che, nonostante il cambio di guardia, continuano a far festa. Ma noi, malgré tout, siamo contenti e orgogliosi. Accogliamo il nuovo anno con serenità perché abbiamo fatto il nostro dovere. E..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED