Nostra Signora
delle tre sfighe

L’ho chiamata Nostra Signora dell’Inconcludenza ma devo ammettere che sulla testa di Caterina Chinnici, candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione, sono piovute tutte le sfighe del mondo. Intanto, sul più bello, il Cinque Stelle si sono rimangiati la parola e hanno rotto l’alleanza. Lei, per recuperarli, ha cavalcato la questione morale e ha montato il palchetto della gogna per alcuni “impresentabili” del Pd. Ma i grillini non sono tornati mentre i candidati segnati a dito hanno trovato rifugio in altre parrocchie. Ultima sventura: la discesa in campo di Cateno De Luca. Che è un tipo velocissimo; che gira in lungo e in largo per la Sicilia e non perde occasione per denunciare i limiti del centrodestra e le malefatte del governo Musumeci. La sonnacchiosa Chinnici, per vincere, dovrebbe scavalcare..

Avviso a Schifani
O bere o affogare

Le Faccette Nere catanesi credono di essere i padroncini della campagna elettorale. Trascinati dai sondaggi che prevedono voti a valanga per Giorgia Meloni, pretendono di dettare legge. Soprattutto agli alleati di Forza Italia, da Renato Schifani a Gianfranco Miccichè, colpevoli di avere detronizzato Nello Musumeci e di avere condannato alla diaspora il suo cerchio magico. I segnali non mancano. Sabato scorso hanno disertato la kermesse di Palermo e hanno sfregiato l’incoronazione di Schifani a candidato governatore di un centrodestra unito. E ora insistono perché l’ex presidente del Senato vada giovedì a Catania per assistere al focus con il quale Ruggero Razza dirà che non c’è migliore assessore alla Sanità di lui medesimo. Vogliono che il nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans baci la pantofola e dia garanzie sul futuro assetto della..

L’Aventino
catanese

L’unica favola che sanno raccontare è quella della semina e del raccolto: una favola buona per i bambinetti dell’asilo o per una poesia di Guido Gozzano: “Amo le rose che non colsi”. Per il resto, evitano accuratamente incontri e confronti: temono che qualcuno gli chieda di spiegare cinque anni di fallimenti, di imbrogli, di scandali. Sabato, alla manifestazione di Palermo che avrebbe dovuto incoronare Renato Schifani come candidato di un centrodestra unito, la Confraternita delle Faccette Nere catanesi ha preferito addirittura non apparire. Non si è visto Nello Musumeci, presidente uscente, né Ruggero Razza, il reuccio della Sanità inciampato in un’inchiesta, né Manlio Messina, il Balilla del Turismo appannato dai suoi sprechi e dalla sua volgarità. Si sono nascosti dietro un pietrone di rabbia e rancore. E’ il loro Aventino...

La Schlein e la volata
del velinaro volante

Si è posata per qualche ora in Sicilia con la leggerezza di una libellula e la velocità di un falco. Elly Schlein, vice presidente della Regione Emilia Romagna, “ha fatto un tour mordi e fuggi da Palermo a Catania per supportare il centrosinistra siciliano”, ha scritto la solerte cronista. Elly, volto nuovo del Pd, non ha detto cose sconvolgenti e non ha nemmeno mobilitato masse di lavoratori, di operai, di ceto medio riflessivo: i soliti quattro amici. Ma il Velinaro Volante – uno dei tanti: è il nuovo giornalismo, bellezza! – ha sciolto le briglie al suo furore e ha stampato questo titolo: “Sicilia coast to coast: Schlein lancia la volata al centrosinistra”. Dopo un endorsement così travolgente, la sonnolenta Caterina Chinnici non ha più ostacoli. Non le resta che..

Il Policlinico e il gioco
delle tre carte catanesi

Massimo Midiri, rettore dell’Università di Palermo è un professionista di grande saggezza e di collaudato equilibrio. Non parla mai a vanvera. Ma sul Policlinico ha detto parole di fuoco: la Regione del governatore Musumeci, dell’assessore Razza e di Tuccio D’Urso – coincidenza: tutti e tre catanesi – lo ha ridotto a un ospedaletto di provincia. Lo gestisce a mezzadria un commissario che è pure responsabile dell’Asp di Caltanissetta. Non c’è un direttore amministrativo né un provveditore. Un’indecenza. Che limita oltre misura la formazione dei giovani medici. C’è anche un messaggio per D’Urso, commissario per il potenziamento della rete ospedaliera: i finanziamenti da Roma sono arrivati ma i lavori per il nuovo pronto soccorso e cinque sale operatorie sono fermi. Ciascuno dei tre ha la sua risposta e la sua giustificazione...

Scandali alla Regione?
Musumeci non li vede

Ma dov’è finito l’intrepido Nello Musumeci, l’indimenticabile campione dell’onestà-tà-tà? In quale campagna starà raddrizzando gli ulivi, ora che la semina è finita e il raccolto è andato a carte quarantotto? Ah, saperlo. L’unica certezza è che i suoi ragazzi, quelli del cerchio magico, non rinunciano alle monellerie. Né agli scandali. Prendete il più bullo tra i bulli: quel Gaetano Armao che di notte cura le sue cosine come vice presidente della Regione e di giorno si scaglia, come candidato del Terzo Polo, contro il governo di cui fa parte. Il primo di settembre, per arraffare qualche voto, ha piazzato un suo uomo al vertice dell’Ast, la disastrata azienda dei trasporti. In verità ci sarebbe una legge che vieta le nomine durante la campagna elettorale, ma chi se ne frega: Musumeci..

Ogni passo una caduta
Che Dio aiuti questo Pd

Ogni passo una caduta. Che Dio aiuti il Pd. Fino a oggi un recupero elettorale del più grande partito della sinistra appare improbabile. Caterina Chinnici è convinta che bastano la sua storia e il suo nome per conquistare consensi. E in base a questa convinzione si è mostrata al suo popolo soltanto ieri, con toni che la fanno somigliare sempre più a Nostra Signora dell’Inconcludenza. Ovviamente non è mancata la gaffe. All’incontro con Enrico Letta la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione non ha invitato Claudio Fava, leader dei Centopassi: un alleato indispensabile soprattutto dopo il tradimento dei Cinque Stelle, costretti da Conte a darsela a gambe pur avendo partecipato alle primarie. Fava ha reagito con eleganza, ma il disastro è dietro l’angolo. Arriva sempre un momento, annotava Luis..

Lopapa, un esempio
di buon giornalismo

Da oggi Carmelo Lopapa non sarà più il capo della redazione palermitana di Repubblica. Sinceramente mi dispiace. Ha tenuto il giornale su un livello molto alto di professionalità, di eleganza, di coraggio. Ha trattato le istituzioni con molto rispetto ma non ha mai esitato un momento se c’era da denunciare la spregiudicatezza di una classe politica; se c’erano da raccontare i vizi, le inconcludenze o le insopportabili arroganze di amministratori interessati più alla ricerca di un affare che non del bene comune. Nell’editoriale di commiato ha scritto che la direzione lo ha chiamato alla guida della redazione politica nazionale. Una promozione meritatissima. Ma in una Sicilia dove buona parte del giornalismo, si fa per dire, è ormai nelle mani di avventurieri e velinari senza scrupoli una lezione, come quella di..

E’ l’antimafia
bellezza!

Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, pubblica una nota dolente per denunciare la mancata ricandidatura dell’ex procuratore Pietro Grasso. Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, con tre post su Facebook rivela il suo tormento: vorrebbe votare per l’ex procuratore Scarpinato ma teme di fare un torto all’ex pubblico ministero Di Matteo e alla fine sceglie l’ex magistrato De Magistris. Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco, accetta di correre per il Pd alla presidenza della Regione ma tituba sul programma e con le sue inconcludenze innesca un conflitto che spinge i Cinque stelle ad abbandonare il campo largo dei progressisti e a correre da soli. Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto, ha ricevuto da Berlusconi l’offerta di un seggio sicuro in Parlamento: doveva correre al Grande Fratello Vip, correrà..

Mamma comanda
e picciotto va e fa

"Mamma comanda e picciotto va e fa", recitava Alberto Sordi in un vecchio film di Alberto Lattuada. Me ne ricordo ogni volta che Giorgia Meloni chiama il Balilla dell’assessorato al Turismo e gli ordina la nomina da fare, i finanziamenti da predisporre, le società da coinvolgere in quel circo senza regole che è la pubblicità per la promozione della Sicilia nel mondo. Mamma comanda e picciotto va e fa: anche calpestando i protocolli, come per la nomina di Beatrice Venezi alla direzione di Taormina Arte; anche dilapidando risorse che avrebbero potuto risolvere il problema antico della viabilità ridotta a una rete di trazzere; anche sfidando il buon gusto e il buon senso. Il picciotto è fatto così: se una nomina non lo convince risponde “suca”; ma se la comanda arriva..

Gerenza

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