Calogero Pumilia

Pd, la prima impresa di Letta è aver moltiplicato le correnti

La notizia è di quelle che alimentano la fiducia di iscritti ed elettori, rinsaldano il loro rapporto con il partito e confermano il cammino inarrestabile verso la vittoria. In tre mesi, da quando Enrico Letta è arrivato alla guida del Partito democratico, sono nate tre nuove correnti, portando ad undici il numero complessivo. Chi temeva che, stando alcuni anni a Parigi, Letta avesse dimenticato la storia e la vocazione dei democratici o volesse tentare di ridurli ad unità, di deviare il loro tragitto purviscolare, è stato chiaramente smentito. Il Partito democratico è vivo, mantiene i propri tratti identitari, respinge qualsiasi prospettiva di stringersi attorno al leader di turno, resta plurale, anzi lo diventa sempre di più, moltiplicando le proprie componenti. La strategia sembra suggerita da Klausewitz: spargersi nel territorio e..

Orlando è cotto. Ma chi dovrà succedergli è già in crisi

Di motivi per criticare Orlando ne esistono tanti. Gli ultimi anni della sua gestione non hanno dato risultati esaltanti. Per citarne solo pochi, tra quelli che appaiono più vistosi e che in qualche caso suscitano indignazione, basta riferirsi alla raccolta dei rifiuti, al dissesto delle strade e al tragico accumulo di bare nei cimiteri. Più in generale, si ha l’impressione di un progressivo appannamento dell’attività politico-amministrativa e dell’affievolimento di un progetto per la città, per il suo centro storico, che subisce la crisi e la scomparsa di molte delle sue attività tradizionali, sostituite da confuse iniziative commerciali, che riducono molte parti di essa ad una sorta di suq, facendole perdere identità e decoro, e per le periferie degradate, luoghi di diffusa illegalità, dormitori informi, con tanti giovani privi di lavoro..

Il centro gravitazionale che manca ai partiti di centro

L’Udc, i renziani di Italia Viva, il Cantiere popolare di Saverio Romano e Idea Sicilia, la nuova formazione di Roberto Lagalla, i gruppi che si collocano al centro della scena politica siciliana, ancora pochi giorni fa hanno ribadito di volere proseguire insieme, in vista delle elezioni comunali di Palermo della prossima primavera e di quelle regionali del successivo autunno. Non è possibile prevedere se il percorso sarà compiuto per intero, se arriveranno uniti alla meta, se sapranno conciliare varie ambizioni per esprimere candidati comuni per Palazzo delle Aquile e Palazzo d’Orléans, se sapranno elaborare una proposta credibile, con quali altre forze si alleeranno e se le loro aspettative si tramuteranno in consensi elettorali. Partiamo da una questione fondamentale, quella del progetto, che dovrebbe delineare l’identità del centro, fargli assumere la..

I grillini e la gogna dei vitalizi per riscoprire se stessi

I parlamentari Cinque stelle gridano con quanto fiato hanno in gola e il loro quotidiano scrive parole di fuoco e di fiele contro la decisione del consiglio di garanzia del Senato, organismo di appello della giurisdizione interna, che ha confermato il diritto al vitalizio per Roberto Formigoni – il “celeste”, così veniva esaltato al tempo del potere, o il “corrotto”, dopo le barche e le ville di lusso, frutto di illeciti vantaggi - condannato in via definitiva a cinque anni e dieci mesi per reati commessi da presidente della Regione Lombardia nella gestione della sanità. I Cinque stelle manifestano indignazione e utilizzano le espressioni più dure nei confronti dei “giudici” che, a maggioranza, hanno assunto il provvedimento – la più “elegante” tra loro è stata la ex ministra Azzolina, che..

La sinistra se n’è fatta una ragione: ora datele un Ponte

Debbo confessare che sul Ponte non ho mai avuto una posizione chiara e definita, oscillando tra un rifiuto aprioristico che mi ha conciliato con la forza politica nella quale milito e l'apprezzamento di una proposta che, in fondo in fondo, non mi è mai parsa totalmente strampalata. Non ho potuto del tutto evitare lo scontro che, per decenni, ha caratterizzato una sorta di gioco insulso che non si è concluso né con la posa della prima pietra dell'opera, né con il suo abbandono. Da decenni il pendolo del confronto, piuttosto che su aspetti morfologici, su quelli relativi al rischio sismico e alle mutazioni ambientali, ha oscillato tra scelte ideologiche contrastanti, tra questioni di fede diversa, tra tifoserie contrapposte. Sul Ponte si sono misurate e in qualche modo continuano a farlo,..

Il Pd, l’avvitamento grillino e un’intesa quasi impossibile

A Roma non c’è accordo tra Movimento cinque stelle e Partito democratico. Non c’è accordo in nessun’altra delle grandi città nelle quali si voterà in autunno. Ognuno per sé e tutti per la destra. Enrico Letta ha cercato l’alleanza con i grillini finendo sul muro di gomma di una realtà acefala, opaca, impigliata in incomprensibili e paradossali vicende che rischiano di diventare anche giudiziarie, prigioniera di una società privata che, da anni, condiziona la più grande forza parlamentare e di riflesso le istituzioni del Paese e con un “garante” che ha necessità di qualcuno che “garantisca” lui, aiutandolo a ritrovare un normale equilibrio mentale. Malgrado il Movimento abbia mostrato da tempo di non essere in grado di compiere una scelta diversa da quella dell’arrocco nella speranza di tenere ciò che..

Livatino diventa beato.
Quando la parola è al
servizio della legalità

Oggi, nella cattedrale di Agrigento, Rosario Livatino sarà proclamato beato. La Chiesa ha riconosciuto che il giovane magistrato, ucciso dalla mafia nel settembre del 1990, ha subito il martirio “in odio alla fede” e pertanto lo eleva, come usa dirsi, agli onori dell’altare, lo propone come straordinario testimone dei valori evangelici che fortificarono il suo senso del dovere e il suo ruolo di tutore della legge. Dopo Giuseppe Puglisi, la Chiesa siciliana indica un’altra vittima della criminalità organizzata come modello al quale ispirarsi, e insieme consolida una precisa scelta di campo, ribadendo l’assoluta incompatibilità tra l’insegnamento evangelico e la violenza, tra la partecipazione alla vita religiosa e l’appartenenza a quella che un tempo veniva chiamata “l’onorata società” o semplicemente l’indifferenza nei suoi confronti. Da molti anni la realtà ecclesiale è..

Regione. Il governo Mattarella e un omaggio alla verità

Per questa prima “Finestra sulla storia” prendo spunto da un lungo servizio sulla guerra di mafia che divenne terrorista, pubblicato ieri, venerdì, su un quotidiano nazionale. Nella ricostruzione dei tragici anni nel corso dei quali le stragi insanguinarono la Sicilia e non solo, la scelta di Cosa Nostra viene collocata in un contesto che va molto al di là della dimensione isolana e dell’esclusivo protagonismo della criminalità organizzata. Le argomentazioni sono interessanti, ricorrenti e tuttavia ancora attendono riscontri perché passino dal campo delle ipotesi a quello della verità storica, essendo state, peraltro, ritenute non attendibili in tutti i passaggi giudiziari. Ma non è su questo che voglio soffermarmi. Mi interessano due riferimenti alla politica di quel tempo, che seguono il filo consueto di molti dei racconti che si sono ormai..

Dopo di lui il diluvio. Miseria e nobiltà del sindaco Orlando

Le elezioni comunali di Palermo della prossima primavera avranno un’importanza del tutto particolare. Esse riguarderanno il capoluogo dell’Isola, che, ormai da molti anni, ha assunto un ruolo emblematico nel panorama politico non solo nazionale, si svolgeranno a pochi mesi dal rinnovo dell’Assemblea regionale e poi del Parlamento nazionale e, infine, con quella scadenza, si chiude la lunga storia di Orlando nel ruolo di sindaco, anche se non si può escludere che continuerà in forme diverse. Alla luce di queste premesse, si capiscono, almeno in parte, le recenti fibrillazioni del consiglio comunale e la conseguente rottura tra Italia Viva e il primo cittadino. La fine della sua permanenza a Palazzo delle Aquile apre una fase nuova e crea spazi finora inesistenti, che alimentano aspettative e ambizioni favorite anche dalla convinzione che..

Da Fava a Forza Italia: un possibile scenario per la Regione

L’autocandidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione ha aperto una utile finestra sulla scadenza, ancora lontana, della attuale legislatura. Manca un anno e mezzo alle prossime elezioni e tuttavia è opportuno che si cominci a ragionarne. Del resto, all’interno dei partiti che sorreggono la giunta Musumeci, da tempo è iniziato un confronto, anche molto duro, sulla scelta del candidato alla presidenza e di conseguenza sulla leadership dell’alleanza. Fin dall’inizio, dall’autunno del 2018, le tensioni nel governo e tra le forze che lo sostengono hanno accompagnato una azione politica e amministrativa faticosa e priva di una precisa direzione, che ha tentato di fronteggiare una realtà drammatica, resa ancora più insostenibile dalla pandemia, con strumenti di ordinaria amministrazione. In Assemblea, malgrado la consistenza numerica della maggioranza, consolidata, peraltro, dai renziani e..

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