Fabiana Giacomotti per Il Foglio

Venezia e l’orologiaio
delle ore più buie

Nel ghetto di Venezia che andava svuotandosi e che le SS aiutate dai fascisti avrebbero sgomberato nel settembre del 1943, un orologiaio aveva costruito un automa, un giovinetto perfetto e bellissimo come quelli descritti da Casanova e che molti anni dopo Federico Fellini avrebbe fatto interpretare da Leda Lojodice nella sua biografia dell'avventuriero fuggito dai Piombi. A un'ora precisa fra la mattina e il pomeriggio, l'automa del ghetto alzava un calice per celebrare la gloria di quella giornata. Per il nostro orologiaio, sempre più solo, l'automa era spesso l'unica voce che ascoltasse nella giornata, l'unica presenza in quel campiello sempre più assolato e vuoto. Finché arrivò l'ultimo giorno. Fascisti ed Ss entrarono nel ghetto di Venezia decisi a stanarne anche l'ultimo occupante. L'orologiaio si nascose in uno degli armadi di..

Un’app per lo shopping
del giorno prima

Comunque vada, finisce sempre in camarilla. In società segreta, carbonara, misteriosa e, va da sé, esclusiva. Il mondo social, e la diffusione urbi et orbi, immediata, di ogni più piccolo sospiro di chiffon o tintinnar di charms al braccialetto, rende sempre più difficile per le società del lusso difendere le proprie posizioni. Come mantenere lo status di esclusività, e i relativi prezzi, se si compete su multipli di migliaia con i copycat del fast fashion, i copiatori della moda pronta e nuova ogni due settimane? La risposta e' mazziniana: fondando società segrete, aree prive'. In anni social, nuove App. Ralph Lauren ne ha appena aperta una per i fan della linea Polo, che ha appena celebrato i 50 anni. Adidas ha fatto lo stesso per i frequentatori più assidui del..

Moda buttanissima?
No, forme libere

E ora chi vestirà le puttanelle, le escort, le partecipanti alle cene eleganti. Dopo l'ultima tornata di sfilate - Dior e Valentino in primo piano perché Gucci lavora sopra, dentro e fuori dalle righe da tempo - iniziamo a domandarci dove si rivolgeranno le signorine, che in Italia sono tante, a cui piace il cosiddetto genere "bodycon", cioè body conscious, insomma le tipe avviluppate, strizzate, infilate a forza in jeans che ne mettono in mostra le coscione o in abiti a pelle che, in caso di sgradevoli abbondanze, infilano sopra guaine contenitive pesanti e lunghe come camicie di forza. Ricordate Hervé Lèger? Per qualche stagione, il brand sopperì a entrambi gli scopi (contenimento, esaltazione), con certi abiti fatti di banda elastica che garantivano a chi li indossava un paio di..

La domenica dell’ozio
non esiste più

Ho fatto mente locale sulla questione, scoprendo di non conoscere nessuno che sia mai stato a casa in panciolle. Vorrei proprio sapere dove stia, questo immenso popolo delle domeniche nullafacenti

Gerenza

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