Pietro Salvatori per Huffington Post

Conte & Salvini: il condono
si fa ma non si rivendica

È la più classica delle storie all’italiana, la terribile tragedia da un lato, la farsesca battaglia per lavarsene politicamente le mani e incolpare l’avversario dall’altro. A Casamicciola si scava ancora nel fango per cercare i dieci dispersi travolti dalla valanga, i partiti si puntano il dito contro o sperano che le pregresse responsabilità finiscano con un colpo di scopa sotto il tappeto. Infuoca la polemica su Giuseppe Conte, sua l’ultima procedura di condono nel 2018, che per sveltire l’attribuzione dei fondi diede un binario preferenziale a tutte le richieste di sanatoria sull’isola (27mila su un totale di 62mila abitanti), concedendo che venissero valutate dalle maglie più larghe della legge del 1985, includendo tanti degli immobili che ne rimasero esclusi da una seconda formulazione varata da Silvio Berlusconi nel 2003. Continua..

Meloni furiosa con Berlusconi
ma ora vuole stringere i tempi

Giorgia Meloni ha già la lista dei ministri in tasca, sono da definire solo gli ultimi dettagli, ma da Fratelli d’Italia il messaggio è chiaro: fra pochi giorni ci sarà il governo, le tribolazioni degli ultimi giorni non spostano di un millimetro il faticoso lavoro di cesello fatto nelle ultime settimane dalla premier in pectore. Ciò non toglie che Meloni sia furiosa con Silvio Berlusconi: non è bastato il dietrofront su un accordo che si riteneva chiuso sui ministeri, in particolare quello della Giustizia, gli audio delle sue posizioni sulla guerra all’Ucraina che sembrano scritte in copia carbone mutuando le tesi del Cremlino gettano un’ombra che si spera non sia indelebile sul nuovo esecutivo. Continua su Huffington Post

La battaglia degli Interni:
così Meloni si cucina Salvini

Siamo già al braccio di ferro. Il governo di centrodestra parte con una serie di nodi da sciogliere, nessuno così intricato come quello che al momento è stretto attorno al Viminale. La Lega lo rivendica, Matteo Salvini stesso lo rivendica. Sente Giorgia Meloni e concordano di vedersi alla Camera nel primo pomeriggio, un paio di ore prima posta sui social l’ennesima foto di uno sbarco accompagnata da una didascalia piuttosto eloquente: "Ci vuole qualcuno che torni a difendere e proteggere confini, leggi, forze dell’ordine e sicurezza in Italia. Qualche idea ce l’abbiamo”. Come se non bastasse, mentre l’incontro è in corso fonti del Carroccio fanno filtrare alcuni dei “tantissimi messaggi” di militanti che chiedono che il loro leader torni al ministero dell’Interno. Continua sull'Huffington Post

Meloni, prime ipotesi di governo
Giulia Bongiorno alla Giustizia

C’è una gran corsa di Matteo Salvini e di Silvio Berlusconi a marcare l’alleata, a tracciare linee di confine, a mettere per iscritto il proprio ruolo che verrà nel futuro governo. Giorgia Meloni sorride e risponde garbata al telefono, ma non ha nessuna fretta, sa di avere il pallino in mano, non vuole sbagliare nella composizione dell’esecutivo che chiamerà a guidare, sa che tutti gli occhi di chi l’ha votata e del mondo intero sono su di lei. Ieri sera una telefonata con il leader di Forza Italia, fonti del partito la definiscono ovviamente “cordiale”, l’aggettivo che viene speso quando non si vuol dire nulla. Il Cavaliere ha esperienza di trattative estenuanti, e una fonte azzurra spiega che Berlusconi non è sceso nei dettagli di quel che sarà, punta a..

Comunque Conte è finito

Se il partito va all'opposizione l'originale (Di Battista) funziona meglio della fotocopia

Gerenza

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