Giuseppe Sottile

Musumeci, Giletti
e la forma dell’acqua

E Nello Musumeci? Se il narciso Giletti decide di armare l’artiglieria contro la Sicilia degli sprechi non punta i cannoni contro il presidente della Regione; preferisce lo scontro frontale con Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars, simbolo di tutti i privilegi nascosti tra gli splendori di Palazzo dei Normanni. Musumeci per lui non esiste. Come mai? I retroscenisti più acidi sostengono che il riguardo de La7 nei confronti del governatore sia dovuto al fatto che la Regione ha stanziato per Urbano Cairo, patron di Rcs e della rete televisiva di Giletti, ben undici milioni di euro in cambio di una promessa: che il Giro d’Italia 2020 partirà dalla Sicilia. Ma sarà di certo una maldicenza. La verità è che il politico Musumeci è come l’acqua: incolore e insapore. Il pubblico di “Non..

Giletti, Miccichè
e il falò delle vanità

C’era il clown e c’era il saltimbanco, c’era il mangiafuoco e pure la fata turchina, c’era il gatto e pure la volpe. E c’era soprattutto la miseria di un circo mediatico che puntualmente viene in Sicilia per trasformare ogni tragedia in uno spettacolo. Il tutto con la mascherina della libertà di stampa; e con il diritto sacro e inviolabile di raccontare la realtà. Ma quale realtà? La Regione è un pozzo senza fondo: basta calare il secchio e tiri fuori scandali, sprechi e bestialità. Ma mirando e rimirando il circo de La7 sorge una domanda: è possibile che tutti i mali della Sicilia siano riconducibili a Gianfranco Miccichè? Tra i peccati del presidente dell’Ars, ricordiamolo, c’è stato anche quello di avere accusato “Non è l’arena” di populismo. Al narciso Giletti..

La festa del perdono
al circolo Patricolo

Le anime belle del circolo Patricolo – dal nome dell’alto funzionario di terza fascia che spartisce dieci milioni della Regione a siti web e giornali – continuano a vedere nel bullo un’intelligenza capace di incidere nel destino della Sicilia. E gli perdonano tutto: le frequentazioni con avventurieri di livello internazionale, da Pinerolo al Lussemburgo; le scempiaggini su un bilancio la cui rappresentazione all’Ars dura da un anno; i funambolismi sul disavanzo e sulla tiritera dei “collegati” che ormai, secondo Antonello Cracolici del Pd, sono degne di Netflix: viaggiano e si sfracellano a puntate. Nessuno che dica la verità: che questo personaggio, mal sopportato e impallinato sistematicamente in aula da quasi metà della maggioranza, è la causa principale della paralisi nella quale si è impaludata la Sicilia. E Musumeci? Disperso tra..

La tv del moralismo
mistico e dionisiaco

La tv che mostrifica ed esalta ha elevato ieri agli onori degli altari niente di meno che Rosario Crocetta, una macchietta della politica. Chiamato da Giletti a partecipare al ballo mistico e dionisiaco sulle nefandezze della Sicilia, l’ex presidente della Regione è stato mostrato al popolo dei fedeli con l’aureola di un santo, martire e moralizzatore. Lui non si è tirato indietro. Ha impapocchiato cifre ad libitum, ha fatto discorsi senza capo né coda, ha rivendicato meriti inesistenti, ha evocato fantasmi di battaglie mai combattute, ha rivestito con muscoli di cartapesta una stagione – quella del suo governo – tra le più squallide e confuse della storia siciliana. Ma siccome bisognava picchiare su Gianfranco Micciché, anche le fandonie di Crocetta andavano bene. La politica, si sa, non offre niente di..

Il padre priore
di opachi interessi

"Ma chi te lo fa fare". Me lo dicono spesso gli amici per suggerirmi di lasciare perdere: il bullo, spiegano, ha santi pesanti in paradiso e non sarà certo una campagna di stampa a buttarlo giù dal trono di Palazzo d’Orleans. E invece no. Le buone battaglie non si lasciano mai a metà. Intanto perché Buttanissima è il giornale dell’irriverenza e non del protocollo Patricolo, quello che ripartisce denaro pubblico agli organi di informazione. E poi perché basta scorrere l’elenco di uomini e società che lo hanno pagato come consulente per scoprire che il bullo, da avvocato di affari, è stato il padre priore di quasi tutte le messe celebrate contro la Regione. Ezio Bigotti, l’immobiliarista di Pinerolo che ha incassato novanta milioni per un censimento fantasma, è il primo..

Il bullo, il governatore
e “Blowing in the wind”

"Quante strade deve percorrere un uomo prima che tu possa chiamarlo uomo?". E’ il primo verso di una canzone struggente e intramontabile scritta da Bob Dylan. Si intitolava Blowing in the wind e mi è venuta in mente mentre pensavo alle miserie che in questi giorni affliggono i due palazzi del potere siciliano: quello del governo e quello dell’assemblea regionale. Mi chiedevo: quante sputacchiate e quante irrisioni deve ancora ricevere il bullo di Palazzo d’Orleans prima che avverta un sussulto di dignità e rassegni le dimissioni? Quante batoste e quanti sospetti devono ancora piovere sul capo di questo camaleonte della politica prima che qualcuno gli dica: sei un farfallone e nulla più? Quanti imbrogli e quanti magheggi dovranno ancora venire a galla prima che il governatore dell’onestà-tà-tà abbassi il sipario..

Ecco ciò che lega
il bullo a Musumeci

Non c’è leggina scritta dal bullo che non venga puntualmente bocciata dal governo di Roma. Non c’è collegato, tra quelli inventati con i magheggi del bilancio, che resista al vaglio parlamentare e che assicuri alla Regione una vita ordinaria di spesa. Non c’è scandalo, a cominciare dai cento e passa milioni pagati a un avventuriero per un censimento mai visto, che non chiami in causa lui, sempre lui: il bullo. Ma Nello Musumeci, governatore che non governa, ancora non decide di mollarlo. Sa che il bullo – con la rete delle sue inefficienze, delle sue amicizie e delle sue inimicizie – paralizza da oltre un anno la Regione. Ma al presidente questo dettaglio non interessa. Al governatore dell’onestà-tà-tà interessa che il bullo trovi le coperture per le operazioni più spericolate:..

Leccaculisti di Sicilia
Il catalogo è questo

Chi sono i leccaculisti? Ah, saperlo. L’unica certezza è che in giro ce ne sono tanti: ci sono quelli che fanno da scendiletto ai magistrati coraggiosi e in virtù di questo pretendono di essere considerati eroi dell’antimafia; ci sono quelli che, pur trovandosi di fronte a uno scandalo da 110 milioni, vi apparecchiano un brodino di parole e pagliuzze dentro il quale non troverete mai la sostanza di una cifra o di un nome politicamente pesante; ci sono quelli che vi raccontano le storielle impalpabili della politica politicante ma non vi spiegano mai perché un governatore si sia consegnato mani e piedi ai magheggi del suo bullo di fiducia; e ci sono quelli che, sempre attaccati al mammellone della Regione, inzuppano il pane nei contributi equamente divisi dal dottore Patricolo,..

Il bullo e i soldi
sottratti all’antimafia

Vai a capire i magheggi del bullo. Non trova i soldi per le associazioni antimafia ma quando si tratta di finanziare i giochi della cricca i milioni compaiono. E’ successo per i borghi rustici costruiti da Mussolini: per assecondare le nostalgie di Nello Musumeci il mago del Bilancio ha trovato 14 milioni di euro. Ed è successo pure quando il Governatore, per rafforzare il suo ascarismo nei confronti di Salvini, pensò di proporsi come la terza gamba della Lega. Per saldare la sudditanza non trovò di meglio che affidare gli appalti della Sanità alla Lombardia e quelli dell’informatica alla Liguria di Giovanni Toti, ex forzista e seconda gamba del Truce. Per concludere l’operazione fu necessario che il bullo accantonasse i 40 milioni necessari per pagare i diritti di intermediazione alle..

Gerenza

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