Addio Scaparro, il regista colto che amava i sud del mondo
Scaparro mi telefonò al giornale. Era il 1982. «Sono Maurizio, volevo invitarti a febbraio alla Biennale Teatro, quest'anno porto Napoli a Venezia». Gli risposi che, certo, mi sarebbe piaciuto ma dovevo accertarmi se il giornale fosse disposto a mandarmi. «Non ti preoccupare - rispose - sei ospite di una Settimana Internazionale della Giovane Critica Teatrale: arriverete un po' da tutto il mondo, per l'Italia abbiamo scelto te e Oliviero Ponte di Pino (che allora scriveva per “il manifesto”)». Avevo 25 anni. Il giornale diede l'ok con orgoglio misto a senso del risparmio (una settimana di cronache teatrali da Venezia a spese della Biennale non era da buttar via, allora: pensate in quali sgabuzzini cartacei è umiliato oggi il teatro sui quotidiani). Fu un'esperienza bellissima. Conoscevo Maurizio da alcuni anni, credo..