Totò Rizzo

Una Marina di Libri
fa tredici nel segno
di Pier Paolo Pasolini

Distratte le due ultime edizioni, nel calendario e nella logistica, dall’emergenza Covid, Una Marina di Libri torna alla sua tradizionale collocazione temporale e si spera ad un pubblico non più contingentato, per celebrare la sua tredicesima stagione. Non solo fiera, né solo vetrina (nonostante, negli anni passati, in termini di vendite, editori grandi, medi e piccoli non sono certo tornati a casa a tasche vuote), la rassegna palermitana del libro dà l’appuntamento per il 2022 nel Parco di Villa Filippina nel consueto weekend allungato da giovedì 9 a domenica 12 giugno, sotto la direzione artistica, per il secondo anno consecutivo, di Gaetano Savatteri. Il giornalista e scrittore siciliano ha deciso di intitolare l’edizione numero 13 Pensieri corsari, citando così quegli Scritti corsari che Pier Paolo Pasolini regalò ai lettori del..

Del Nobel Montagnier ci resta solo la papaya rinforzata

A Luc Montagnier, illustre virologo insignito del Nobel che ieri ha tuonato - beh, tuonato, è un novantenne un po' malfermo, diciamo ha sentenziato - alla manifestazione dei no-vax a Milano che saranno quelli come l'ex pilota di motociclismo Melandri (un boutadier che sostiene di aver tentato vanamente di prendersi il Covid, un po' per celia e un po' per non morir, dimostrando dunque l'inutilità della punturina: vai a far ridere 140 mila parenti in gramaglie, se ne hai il coraggio), all'insigne scienziato, dicevo, sostenitore della teoria che saranno proprio i non vaccinati a salvare il mondo dal nuovo morbo - vanno certo riconosciuti molti meriti, non ultimo quello di essere stato un pioniere nella ricerca per la lotta all'Aids e nella sperimentazione dei farmaci adatti a schivare la falce..

Nostalgia di un Natale
di anime semplici
e piccole luci colorate

Non ho mai creduto all’esistenza di Babbo Natale e non gli ho mai scritto letterine. Credo, o meglio, ne sono certo, di non aver mai ricevuto regali per Natale. Tranquilli, sono stato ugualmente un bambino felice e purtroppo nemmeno ben più seri tracolli dell’esistenza mi hanno incattivito, mannaggiammé, ché avrei potuto usarli come alibi perpetui per quel bel carattere di merda grazie al quale certuni hanno fatto e fanno fortuna nella vita e nel lavoro, temutissimi e dunque rispettatissimi. Ma tant’è. Il mio Natale erano i Morti, un mese prima di Gesù Bambino. I giocattoli non li trovavo la mattina del 25 dicembre sotto l’albero ma quella del 2 novembre nascosti in sgabuzzini, armadi, soffitte (nella casa dei nonni a Porto Empedocle ce n’era una bellissima con due bauli, forse..

Salvate Palermo
ma non tutti
i suoi abitanti

Suolo pubblico. Discreta ma decisa la signora mi chiama e mi fa: “Deve farmi un favore, qui lei non ci deve posteggiare più”. “Certo, la strada è un po’ stretta”, rifletto. “No, non tanto perché la strada è stretta e le macchine mi sfilano davanti la persiana ma perché io qui davanti ci devo stendere la biancheria”. D’altronde si chiama suolo pubblico, altrimenti pubblico non si chiamerebbe. E poi ’u gazebo abusivo dello street food sì e ’u stendino ra signura no? Psss psss. “Psss psss”, mi chiama il signore dal balcone del suo primo piano mentre passeggio col cane. Alzo lo sguardo e lui mi fa di no con il ditino della manina come a dire “portalo a fare pipì lontano da qui”. “Non si preoccupi”, lo tranquillizzo allontanando..

La città palcoscenico:
all’Università tre giorni
sul teatro di Salvo Licata

Una “tre giorni” sul teatro di Salvo Licata. L’ha promossa l’Università di Palermo. Tre seminari che vedranno la partecipazione di Costanza Licata, figlia del giornalista e drammaturgo palermitano che ne è l’erede e la testimone più attiva sulla scena. Tre incontri che, come ormai d’abitudine a causa della pandemia, si svolgeranno on line sulla piattaforma Teams UniPa. L’iniziativa prende il via lunedì 26 aprile (ore 10-12) con «L’impegno civile e il carattere politico», seguirà mercoledì 28 (ore 10-12) con «Il trionfo della Santuzza» e si concluderà venerdì 30 (dalle 14 alle 16) con «I rigoli della scena». Anna Sica, docente del Dams nell’ateneo palermitano per gli insegnamenti di Storia della regia e della recitazione e Storia del Teatro e dello Spettacolo è tra gli studiosi che hanno maggiormente dedicato la..

Caso Denise.
Più trash della tv russa
c’è solo la D’Urso

Un giorno si scoprirà di chi è la colpa, chi commise il peccato primigenio. Nei giorni scorsi nel campionato dello scaricabarile hanno primeggiato Barbara D’Urso e il suo clone russo, il presentatore del people show un po’ Carràmba e un po’ Dove sei? del buon Enzo Tortora a Portobello. In mezzo – per l’ultimo caso – nell’attesa non troppo lunga (state tranquilli) e non necessariamente in rogatoria televisiva internazionale – c’erano stavolta la mamma che da quasi vent’anni vive d’angoscia e di lotta, il suo avvocato che da altrettanto tempo si divide tra le sudate carte e gli essudativi riflettori e tutto un contorno di giornalisti, conduttori, ex attrici-soubrette, opinionisti da anni imbullonati alle poltroncine negli studi tv o di fugace transumanza popolare, perfino quelle che un tempo furono mute..

Insopportabile. Cala il sipario sul trash della D’Urso

C’è la tesi “complottista” e quella “due camere e cucina”. Quale sia quella vera non si sa. La prima è suffragata da ascolti bassi e malumore aziendale, la seconda da una logistica gestionale a metro quadro calpestabile. Fatto sta che Barbarella D’Urso sul suo serale festivo – Live – Non è la D’Urso – domenica 4 aprile tirerà giù la saracinesca e saluterà i suoi fans dando appuntamento per la ripresa, nel prossino autunno.  Una chiusura comunque anticipata visto che la programmazione avrebbe dovuto protrarsi sino a fine stagione, fino alle porte della calura. Intendiamoci: su Canale 5 le restano, fino a che secchielli e palette non ricompariranno sulle spiagge, i caposaldi: Pomeriggio Cinque ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì e Domenica Live all’ora del tè nel dì di festa...

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