Totò Rizzo

Non attaccate Angela ma la D’Urso. Lei ha creato il mostro

Sono finiti al commissariato Lady Non-ce-n’è-Covid e il suo web-manager con codazzo di boys e cameramen. Cazziati, multati, denunciati. Lo scopo era quasi benefico, (quasi, nessuno è missionario d’altronde: appena qualche effluvio di affari di piccolo cabotaggio): regalare alle masse il primo (e forse unico) reggaeton negazionista della storia della musica. E invece è andata a finire con «fornisca le generalità». Non proprio tutti dentro (come nel film giustizialista di Alberto Sordi) ma tutti davanti ai poliziotti che hanno contestato: occupazione abusiva e arbitraria di demanio pubblico in concessione, assenza di licenza di pubblica sicurezza e di agibilità del luogo, violazione della normativa per il contenimento del contagio del virus Covid-19. E dire che, con una puntualità degna delle professioniste navigate, l’Elettra Lamborghini in sedicesimo del quartiere Noce, Angela Chianello,..

I vicerè fanno le bizze
con la pandemia.
E’ l’autonomia, disgrazia

Il governo meno peggio che c’è (un avvocato pugliese in balìa di un litigioso manipolo di stizzosi scissionisti egocentrici e di un gruppetto di ragazzini che giocano a fare gli ideologi al luna park del potere) si è trovato tra i piedi la disgrazia più grande che potesse capitare al nostro Paese: le autonomie regionali. A un Paese come il nostro, per l’appunto, ché in altri – magari, talvolta – le autonomie sono state occasioni per accelerare la marcia affrancandosi da uno statalismo accentratore, per svincolarsi da lacci e lacciuoli della burocrazia capitale, per realizzare un sogno o un desiderio (libertà, sviluppo, welfare: fate voi) di cui ai fratelli confinanti, seppur connazionali, non importava nulla, per territorio, cultura, bisogno. Qui, invece, l’autonomia è stata alibi, pretesto, grimaldello o piede di..

E si riaccesero le luci
al “Musco” di Catania

Nella difficile situazione dei teatri privati, Dipasquale e Contadino varano la stagione del Must, nella storica sala di via Umberto. Con una doppia vocazione: la tradizione e la sua riscrittura e l'attenzione ai temi contemporanei

All’Orto botanico
un libro su Perriera,
giornalista introvabile

Come accadeva per le figurine dei calciatori, il Michele Perriera giornalista era quasi introvabile. Tutti gli altri diffusissimi, con doppioni e varianti: l’intellettuale in primis che compendiava il drammaturgo, il romanziere, il saggista, l’osservatore, il polemista. Il giornalista era rimasto quasi defilato, nonostante lavoro e pezzi scritti su «L’Ora» fossero stati gran parte della sua vita. Giornalista sui generis, certo, nelle nicotiniche e ticchettanti stanze di piazzetta Napoli. Adesso la lacuna documentaria viene colmata con «Michele Perriera. Uno scrittore in redazione. Articoli, cronache, critiche, commenti di vita culturale – “L’Ora” 1961-1992» (Sellerio): presentazione stasera 27 alle 20 all’Orto Botanico per «Una Marina di libri». Gran fatica per Gianfranco e Giuditta Perriera, i figli, e per Piero Violante, amico, sodale, intellettuale di ormai irrintracciabili lucidità e memoria nonché collega di Michele..

Gerenza

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