Grillo usi la vicenda del figlio e si converta al garantismo

Vedo che molti sparano a palle incatenate nei confronti di Beppe Grillo per il suo sfogo riguardo la vicenda giudiziaria del figlio, Ciro. Capisco chi (e sono tanti ad avere il diritto di farlo) trova in questa vicenda da una parte l’occasione per vendicarsi delle aggressioni giustizialiste che ha subìto da lui e dal movimento che ha fondato e formato sulla base proprio del linciaggio mediatico, e dall’altra chi trova l’occasione per evidenziare la doppiezza del personaggio nell’approccio garantista, inesistente quando riguarda gli altri, in particolare i suoi avversari politici, deciso quando riguarda se stesso ed i propri sodali. Eppure penso invece che questo sfogo potrebbe avere il pregio di aprire una possibilità reale di mettere mano alle tante cose che non vanno nella giustizia. Prima però sarebbe il caso..

Da Fava a Forza Italia: un possibile scenario per la Regione

L’autocandidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione ha aperto una utile finestra sulla scadenza, ancora lontana, della attuale legislatura. Manca un anno e mezzo alle prossime elezioni e tuttavia è opportuno che si cominci a ragionarne. Del resto, all’interno dei partiti che sorreggono la giunta Musumeci, da tempo è iniziato un confronto, anche molto duro, sulla scelta del candidato alla presidenza e di conseguenza sulla leadership dell’alleanza. Fin dall’inizio, dall’autunno del 2018, le tensioni nel governo e tra le forze che lo sostengono hanno accompagnato una azione politica e amministrativa faticosa e priva di una precisa direzione, che ha tentato di fronteggiare una realtà drammatica, resa ancora più insostenibile dalla pandemia, con strumenti di ordinaria amministrazione. In Assemblea, malgrado la consistenza numerica della maggioranza, consolidata, peraltro, dai renziani e..

I reggi moccolo di Conte creano una corrente contro Letta

A poche settimane da quando Enrico Letta ha lanciato a Conte la sfida per la guida della coalizione di centro sinistra, Goffredo Bettini lancia Agorà, la sua nuova corrente - o campo o piazza come a lui e a Zingaretti piace chiamare i propri parti. Dice che “si ispirerà al socialismo e al cristianesimo” e proprio ai socialisti si rivolge nella “speranza che il nuovo soggetto politico ridia loro il ruolo che meritano per la loro storia antica e per il loro presente. Nella consapevolezza che il pensiero socialista nel passato ha avuto molte ragioni alle quali, per diversi motivi, non hanno corrisposto adeguati consensi”. Che mielosa vaghezza in quei “diversi motivi”. Forse Bettini si riferisce all’atto di nascita dei comunisti italiani che pretendendo di cambiare il nome del PSI..

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