In fila per tre
contro la mafia

Ci deve essere lo zampino della lobby della Somma Coincidenza dietro il perfetto allineamento di tre fatti che oggi fotografano una Sicilia in cui il rischio mafia non è mai scemato. Da un alto l’arresto del nuovo capo della cupola di Cosa nostra Settimo Mineo, dall’altro la trasferta, tutta dedicata ai giovani di Caltanissetta, dello spettacolo che ho scritto con Salvo Palazzolo sui misteri delle stragi Falcone e Borsellino. Nel mezzo l’omaggio del Teatro Massimo, che questo spettacolo lo ha prodotto, alla memoria di Ennio Fantastichini con le “Parole rubate” eccezionalmente disponibili oggi sulla sua web tv. Ma al di là delle coincidenze, gli ultimi eventi di Palermo ci raccontano una verità che spesso non vogliamo vedere: e cioè che esiste ancora una mafia forte e organizzata che non conosce..

Sempre in attesa
di una rivoluzione

Frondisti quando serve, filogovernativi se conviene. È la politica, bellezza. Le argomentazioni non mancano mai e sono sempre nette, adamantine, conducenti, da chiunque esse arrivino. Le ragioni del dissenso sono urlate a squarciagola, dall’altra parte c’è chi cuce, c’è chi tace, chi resiste e chi acconsente. Fino a quando la quadra non si trova attorno ad altre argomentazioni, che fan contenti alcuni e ne scontentano altri. E tutto torna a girare come prima. Da destra a sinistra, governo e sottogoverni, questori e questuanti, partecipate e parti sociali, ognuno partecipa a qualcosa, tutti parteggiano per qualcuno. Un giorno frondista, l’indomani filogovernativo. E nessuno ha torto, nessuno ha ragione. La ragione è dei numeri, il torto è dei fatti. I numeri hanno sempre ragione. Il numero legale che manca, gli stipendi che..

New York, New York
Sospiri palermitani

La mia amica Gabriella vive a New York, o forse dovrei dire viveva. È qui da agosto, e quando le chiedo “ma quando torni a New York?” lei risponde che non lo sa. Racconta che è in vacanza, ma questo soggiorno prolungato costituisce, soprattutto per un soggetto cronicamente sospettoso come me, più di un indizio. Gabriella, che è nata e cresciuta a Palermo, vive (o forse dovrei dire viveva) a New York da molti anni. Ha un bel lavoro. Duro, pesante, ma gratificante. Ore e ore a studiare carte e spesso anche il sabato e la domenica. Però vive a New York, che è un po’ il sogno provincialotto di noi che ogni tanto parliamo con gli amici e ci scappa “ah, se potessi andrei a vivere a New York”...

La cattedrale incompiuta
del santo Zamparini

La parabola di Zamparini a Palermo è una curva a gomito sull’acchianata di Santa Rosalia. Accolto in città come Il santo patrono della nord, ha finito per cadere giù come un dio rinnegato. Ricordo ancora il suo avvento. La città colorata a festa, le bandierine rosa con la A stampata al centro che penzolavano da fili tra i balconi, automobili e motorini con i fregi del Palermo, u sapuri ru gol che si mescolava alla flagranza abbrustolita delle stigghiola, i bambini finalmente con le maglie rosanero, i fedeli che la Domenica gremivano il santuario della Favorita per assistere, braccia in aria, ai miracoli di profeti latini e campioni italiani. E com’erano lontani i tempi in cui guardavamo l’Europa in televisione, com’erano lontani i tempi di Gonnella, Biffi gol e radiazione!..

Che cosa imparare
dal disastro di D&G

Riassunto brevissimo per chi (forse due o tre in tutto l'emisfero boreale) non sanno che cosa sia successo il 21 novembre: la sfilata-evento dei Dolce&Gabbana a Shanghai è stata cancellata dal Cultural Affairs Bureau di Shanghai dopo la colossale ondata di polemiche seguita alla diffusione di uno spot del duo, ritenuto sessista e razzista, e dopo che il sito diet_Prada ha pubblicato gli screenshot di insulti di Stefano Gabbana (non nuovo a episodi del genere) a una giornalista cinese che gli chiedeva conto degli stereotipi e della visione passatista della Cina contenuti nei messaggi. Nonostante la puerile denuncia di Gabbana per hackeraggio successiva alla diffusione dello screenshot in cui la Cina veniva definita come una "mafia maleodorante, sporca e ignorante", il paese intero si è sollevato contro di loro. Da..

Che bello sparare
sui concorsi dell’Ars

Il concorso è bandito, il pranzo è servito, vabbè abbiamo capito. No, non è una filastrocca. O forse sì. In effetti, potrebbe essere un bel motivetto da canticchiare qua e là per le strade di Sicilia. Del resto, non manca niente. Il concorso c’è: un concorso bandito dall’Assemblea Regionale Siciliana per una quarantina di posizioni, posti d’oro, stipendio il 27, sistemazione a vita. Il pranzo c’è: la famosa tavola cunsata, sulla quale la vulgata borgatara già vede banchettare i soliti noti, i figli dei padri nobili e gli amici degli amici. Ed ecco il terzo elemento della nostra filastrocca, la quale, in perfetto stile sciasciano, non può che chiosare con quella tipica espressione, un po’ cantilenata e accompagnata da movimento rotatorio di mano e braccio, che raccoglie tutto il pessimismo..

La Vardera e l’arte
di banalizzare la Sicilia

Se si accontentassero dei quindici minuti di celebrità che ad ognuno di noi, nell’arco della vita, prima o poi toccano, e subito dopo si trasferissero in Indonesia, non esisterebbe alcun problema. Ma questi figli di social media e della videocamera facile e non pensante, proprio non vogliono saperne. Prendiamo Ismaele La Vardera, per esempio: un giovanotto tanto cinico quanto insulso che si è finto candidato alle comunali di Palermo per filmare l’ovvietà di una campagna elettorale in salsa siciliana - con tanto di folklore e di promesse elettorali ‘se ritiri la tua candidatura ti facciamo assessore’, oh my God che scandalo! - al fine di spacciarla tout court per mafia e corruzione agli sprovveduti del Trentino Alto Adige e della Valle D’Aosta che sono ancora fermi a Don Vito Corleone...

Non c’è regione
senza comunicazione

E' trascorso circa un anno dall’insediamento di Nello Musumeci al governo regionale siciliano ed è già tempo dei primi bilanci. Un anno durante il quale è mutato completamente il quadro politico nazionale e delle relazioni istituzionali tra la Sicilia e Roma mentre soltanto fra qualche mese, c’è da scommetterci, muterà profondamente anche il quadro politico europeo con le prossime elezioni di primavera. Si tratterà di un momento decisivo per la valutazione del governo giallo verde nazionale ma anche per comprendere lo scenario generale all’interno del quale i Siciliani, guidati oggi dall’unico “pizzo” che gli piace, potranno muoversi fino alla prossima scadenza. Musumeci non sembra interessato a tutto ciò. Ha già detto e ripetuto che non sarà ricandidato che non intende essere rieletto presidente. E per questo ha orientato la propria..

Anche il silenzio
ha una sua violenza

La violenza la vediamo ovunque: irruenta, improvvisa, sussultoria. Si è già detto tanto anche sulle “azioni violente”, sull’”agire violento”; sappiamo anche quanto sia bruciante quella violenza del “NON agire”, quella violenza del “non fare” del “non affrontare”. E quanto bruci quel silenzio, quel logorio che consuma, che trova spesso nei rapporti umani di qualsivoglia natura il proprio pasto prelibato. C’è però un’altra forma di violenza che è talmente sottile che non si avverte subito se non quando i tuoi argini sono già emarginati. E’ la violenza del silenzio. Ancora più odiosa per chi come noi, animali dotati di parola, (alcuni di gran lunga più dotati), prova disagio al cospetto della voragine che si crea fra due interlocutori al momento del silenzio. Lo colmiamo in ogni modo; c’è chi ha bisogno..

Tu alleato con Forello?
Lettera a Ferrandelli

E no caro Fabrizio, questa volta no. Va bene lasciare il Pd e dimettersi per prendere le distanze da un già boccheggiante Crocetta. Va bene, anzi benissimo, venire dalla nostra parte e lanciare l’Opa al colosso Orlando investendo su simboli che, diciamo la verità, prima aborrivi. Passi come un ripensamento di cuore l’esser tornato sui tuoi passi ed aver votato per il Pd e per Micari alle scorse regionali. Ma questa no. La liaison col grillino epurato proprio no. Io non lo accetto e te lo dico in faccia. E spero proprio che, detta alla palermitana, ci stiamo tutti facendo un film, che l’incontro domenicale al cinema sia stato solo un simposio di detrattori e oppositori di Leoluca Orlando. Altrimenti altro che film! Saremmo di fronte a una nuova serie..

Gerenza

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