Gli allegri sagrestani
delle pasciute lobby

Le faccette nere del clientelismo sono sempre lì, attaccate alla borsa di madre Regione. Musumeci e i suoi gemelli ripetono ad ogni passaggio che il bilancio è bloccato, che la spesa è ingessata, che manca pure l’esercizio provvisorio; insomma, che non c’è modo di venire incontro ai commercianti che non ce la fanno più né alle imprese costrette a licenziare impiegati e operai. Poi però – quando c’è da rastrellare voti: le elezioni sono alle porte – i tre funamboli di Palazzo d’Orleans riescono a trovare i milioni necessari per soddisfare le pasciute ambizioni di lobbisti e caporioni. Si trovano i soldi per ingrassare il Corriere della Sera, per alimentare il disastro di Sicilia Digitale, per finanziere persino le nostalgie del ventennio. Ma non c’è partito dell’onestà-tà-tà e non c’è..

La Regione, Musumeci
e i due Gracchi di Sicilia

Non è proprio la madre dei Gracchi ma lui, l’amatissimo Governatore della Sicilia, non perde occasione per fare sfoggio urbi et orbi dei suoi gioielli, dei due assessori che miracolosamente lo affiancano nel gravoso e glorioso governo della Sicilia. Sono il Bullo e il Balilla. Di fatto due gemelli monozigoti: stessa arroganza, stessa spregiudicatezza, stessa capacità di mistificazione, stesso sguardo sghimbescio verso le lobby che li circondano. Sono arrivati tra gli ori e gli splendori di Palazzo d’Orleans senza che nessuno li abbia mai eletti. Non hanno consenso di popolo, non hanno voti, non hanno nemmeno una storia politica. Il Bullo ha combinato solo disastri: dai bilanci di cartone a Sicilia Digitale. Il Balilla cerca di stargli dietro con i colpi di mano sull’Orchestra Sinfonica. Ma Musumeci ne va orgoglioso...

Fitch, l’ultimo
rifugio del Bullo

Per nascondere la faccina rossa di vergogna, il Bullo ne inventa una in più del diavolo. Sono cinque anni che tenta di impapocchiare le voci del bilancio. E da cinque anni si inventa ogni bluff per dare un’immagine di credibilità alle sue finanziarie di cartone. Ma ha prodotto soltanto disastri. Prima, per dirla con Sciascia, i conti economici della Sicilia precipitavano verso il fondo senza mai toccare il fondo. Ora che hanno toccato il fondo, sono finiti anche gli alibi e i giochi di prestigio. Non restava che Fitch, un’agenzia di rating pronta a promuovere i conti la Sicilia dopo anni di bocciature: da BBB con un meno a un BBB semplice. Un giudizio autorevole, non c’è che dire. Ma a patto che il Bullo dica chi ha commissionato la..

Che Dio ci salvi
dai contenziosi

Ricordate il grande scandalo che ha consentito a un avventuriero piemontese, Ezio Bigotti, di incassare cento milioni di euro per un censimento immobiliare che nessuno però ha mai visto? Forse consigliato dal suo consulente di fiducia – tale avvocato Armao – il medesimo Bigotti ebbe la brillante idea di accendere un contenzioso e da allora è riuscito a spillare alla Regione una vagonata di soldi subito trasferiti in un paradiso fiscale. Ora è venuto a galla un secondo contenzioso: quello che rischia di affossare Sicilia Digitale, un carrozzone devastato prima dal governo Crocetta e poi dalle incursioni clientelari del medesimo Armao, divenuto nel frattempo il vice di Musumeci. Per riparare il danno, la Regione ha bruciato ieri altri dieci milioni. Quello dei contenziosi è un gioco d’azzardo senza variabili: vince..

Perché non regge più
la strategia del fantasma

Certo, lui sarebbe l’uomo perfetto. Sarebbe il Governatore di grande esperienza e grande prestigio. Si porta dietro una storia di successi, vanta un portafoglio di relazioni che gli deriva da una carriera costruita, passo dopo passo, in un mondo – quello delle banche – dove è impossibile vendere fumo; dove i numeri non si inventano e la realtà non si mistifica. Lui sarebbe per la Sicilia ciò che Mario Draghi è stato ed è per l’Italia: l’immagine dell’autorevolezza, della concretezza, della solidità. Ma c’è un dettaglio: la sua candidatura a Presidente della Regione non esiste. Gaetano Miccichè è, per la politica siciliana, nient’altro che un fantasma, agitato per svegliare le coscienze intorpidite dalla rassegnazione e dall’inutilità. Lui ha un profilo internazionale. Difficilmente accetterebbe di giocare qui una partita come controfigura..

Gli accattoni
della visibilità

Sono arroganti ma anche miserabili. Ostentano sicurezza ma temono di precipitare da momento all’altro nella botola dell’oblio. Si credono potenti ma non hanno niente da offrire a questa Sicilia sventrata dalla pandemia e dissanguata dal malgoverno. Nemmeno una riforma. Per dirla con Isaia, “dopo indicibili doglie hanno partorito soltanto vento”. Di conseguenza girano da mattina alla sera come trottole in cerca di un flash, di un nastro da tagliare, di un convegno a cui partecipare, di una sagra da inaugurare. L’importante è apparire, mettersi in posa sotto l’occhio spietato di una telecamera. Sono gli accattoni della visibilità. Il Bullo, il Balilla e tutte le altre macchiette della politica regionale sono con le spalle nude: come Musumeci, più di Musumeci. Fategli la carità di una foto sui giornali o di un..

I doni dei Re Magi
per Nello Musumeci

Nel presepe di Palazzo d’Orleans, con Nello Musumeci nelle vesti del Bambinello in corsa per la ricandidatura, i Re Magi sono sono già in fila per tre. Gaspare, meglio conosciuto come il Bullo, porta l’incenso: lo ha sistemato in un bilancio fatto apposta per finanziare tutti i carrozzoni, dall’Esa ad Ambelia, dove si sprecano milioni di euro ma si santificano le clientele. Melchiorre, meglio conosciuto come il Balilla, porta la mirra: se le sagre paesane non dovessero dare i risultati sperati, basterà prorogare il commissario dell’Orchestra Sinfonica, il fedele Tarantino, e tutti gli strumenti suoneranno per la gloria e il trionfo del Bambinello. Ma l’oro, che è il dono più prezioso, lo porterà Baldassarre, alias Ruggero Razza, assessore alla Sanità: migliaia di assunzioni nelle Asp e negli ospedali. Scenderà dal..

Una Regione ingessata:
ecco i danni del bullo

Allegria. Il bullo – il nostro amatissimo bullo – è tornato. Ed è in grande spolvero: annuncia sorprese e meraviglie, profetizza per la Sicilia giorni di festa e di vacche grasse. Ovviamente è tutto un bluff. Perché non sa neanche quali cifre inserire nel bilancio della Regione. Lui sta tutto l’anno in giro tra Roma e Bruxelles. Finge di intessere trattative con Palazzo Chigi e con i potenti d’Europa ma torna sempre con le tasche vuote. Ora però il tempo stringe e vorrebbe in fretta e furia tappare i buchi. Ma i conti non tornano e i deputati di Sala d’Ercole non vogliono più giocare a mosca cieca. Si andrà quasi certamente all’esercizio provvisorio. Con la conseguenza che la Regione resterà ingessata almeno fino ad aprile dell’anno prossimo. Con il..

La danza del Balilla
sul carrozzone musicale

Quando gli è capitata l’occasione di incoronarsi eroe della legalità e della trasparenza il nostro amatissimo Balilla – croce e delizia di Giorgia Meloni – è stato veloce, furbo e intraprendente. Ma quando, per dovere istituzionale, avrebbe dovuto vigilare sui conti e sulla corretta gestione dell’Orchestra sinfonica siciliana l’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, è stato a dir poco distratto. Ha affidato la Sinfonica a un suo fidatissimo commissario, Nicola Tarantino, e da quel momento ha lasciato liberamente transitare ogni scandalo e ogni forzatura. L’orchestra era già terra di nessuno, aperta a tutte le incursioni della politica. Il Balilla, con i suoi giochi di potere, ha fatto sì che diventasse un’impalcatura ricca di debiti e povera di prestigio. Un carrozzone musicale per il quale, purtroppo, non si intravede altro rimedio..

Siamo condannati
a un panico perenne

"Ma tu sei milanista o interista?". E il grande Totò rispondeva: "Veramente sono farmacista". Quando mi chiedono se sono, di fronte al Covid, ottimista o pessimista mi torna in mente Totò. Ma non sono nemmeno un farmacista e quindi non ho nessun chiodo al quale appendere una risposta. L’unica cosa che mi salta agli occhi è il panico che viene subito montato quando si ha notizia di una nuova mutazione del virus. E’ successo per Delta, si è ripetuto con Omicron. Si mobilitano governi e giornali. L’Organizzazione mondiale della sanità lancia la sua previsione: ci saranno cinque di milioni di morti. Scendono in campo i virologi da talk-show. Dicono che siamo già alla alla quinta ondata e che servirà una quarta dose del vaccino. Dopo tre giorni l’emergenza si affloscia...

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