Calogero Pumilia

Leader e partiti: queste le pagelle dopo il crack

Se si fa a chi ha vinto e a chi ha perso – un giochino non sempre intelligente – allo stato odierno dell’arte, in attesa di ciò che succederà dopo l’incarico a Draghi, al primo posto assoluto della strampalata gara che si è giocata per diverse settimane sulla pelle del Paese, in un campo chiuso, lontano ed estraneo al mondo reale, direi che il primo classificato in assoluto è Renzi. Il rottamatore, usando questa volta i mezzi più micidiali messi a punto magari nel corso della frequentazione con wahabbiti sauditi, dai quali sono venute le prime cinture esplosive, si è fatto saltare in aria insieme ai partiti che sostenevano Conte. Il senatore toscano può ben rivendicare il merito di aver accelerato il processo di frantumazione del Movimento cinque stelle, già..

Quando i compagnucci
silurarono
Giovanni Falcone

Nel gennaio del 1992 si verificarono due eventi di notevole rilievo per la storia del Paese e della Sicilia in particolare. Il 20 di quel mese, il Parlamento convertì in legge il decreto che istituiva la Direzione nazionale antimafia. Arrivava al traguardo l’iniziativa del governo presieduto da Andreotti, con Martelli ministro di Grazia e Giustizia e veniva coronato da successo l’impegno tenace di Falcone che aveva puntato alla creazione di una struttura unitaria di coordinamento delle iniziative di contrasto alla mafia. Il percorso verso il voto finale della Camera dei deputati era stato tutt’altro che agevole. Si erano dovute, infatti, superare riserve e ostilità provenienti dal versante politico e da quello giudiziario. La necessità di coordinare le indagini sui crimini mafiosi era stata avvistata, se pure non in forma organica,..

Maschere e macchiette
sul palcoscenico
della crisi di governo

Non voglio mancare di riguardo a coloro che hanno il duro compito di trovare una soluzione alla crisi di governo, dal capo dello Stato ai rappresentanti dei partiti. Ma i veri protagonisti delle vicende bislacche di queste settimane, quelli che più di tutti incarnano l’ethos della seconda repubblica – prima delle banane – non sono loro. I veri interpreti di questo spettacolo un po’ farsesco e perfino divertente, nel pieno della pandemia e della crisi economica, sono altri. Il primo è Mastella, maschera del teatro napoletano che, dal 1976 ha avuto parti non secondarie in parecchie sceneggiate di livello nazionale, con innumerevoli copioni, indossando una incredibile quantità di costumi diversi che, a leggere Wikipedia, c’è da smarrirsi, per la serie di sigle cambiate nel tempo e di candidature collezionate utilizzando..

Morire per Fofò. L’ultima frontiera dei manettari grillini

Una maggioranza risicata e raccogliticcia, che al Senato, pochi giorni fa, ha dato la fiducia al governo, non poteva consentire a Conte di continuare a vivacchiare e meno che mai di far fronte adeguatamente alla drammatica situazione sanitaria ed economica del Paese, non offriva alcuna garanzia di costruire un progetto organico per utilizzare le enormi risorse comunitarie che arriveranno nei prossimi mesi ed anni. I tentativi di sostituire Renzi con nuovi gruppi, mantenendo in vita l’esecutivo, non hanno avuto alcun esito. Di fronte al rischio di vedere bocciata la relazione annuale sulla giustizia e quindi di cadere su una questione fortemente identitaria per il Movimento cinque stelle e per il ministro di Giustizia, si è capito che non rimaneva altra strada che rimettere tutto nelle mani del presidente della Repubblica...

Renzi, il Pd, Mattarella e l’ingratitudine della politica

La formazione culturale e la lunga attività politica mi hanno reso estraneo e lontano dal “renzismo” nelle forme e nei contenuti che è andato assumendo negli anni più recenti. Ho vissuto in una comunità che, tra tanti difetti, aveva forte il senso dell’appartenenza e della collegialità. Ho ascoltato più volte le analisi articolate e spesso molto lunghe di Moro, di Berlinguer e degli altri protagonisti della storia repubblicana. Non mi è riuscito, perciò, di sostituire a quei discorsi, a quegli scavi nella realtà del Paese e nei problemi che venivano affrontati, i tweet, i messaggi semplificati. Tuttavia ho votato Renzi quando diventò segretario del Partito democratico, malgrado, ricordo, durante quella campagna per le primarie, andato ad ascoltarlo in un teatro palermitano, pochi minuti dopo l’inizio del suo intervento, dissi a..

Da dove nasce
la fauna degli Scilipoti
che appoggia Conte

Non li capisco i responsabili, i costruttori, i voltagabbana in genere, quelli che ieri andarono in soccorso di Berlusconi e dei governi di centro-destra, da Salvini e dalla Meloni ritenuti alla stregua di patrioti e quelli che vanno oggi a puntellare il governo giallo-rosso, visti come difensori della democrazia contro i barbari in agguato. Non riesco a catalogare un presidente del consiglio il quale, una sera dell’agosto del 2019, va a dormire alla guida di un esecutivo formato da Cinque stelle e Lega e il mattino successivo - stessa pochette, stesso aplomb grigio e anonimo, vagamente somigliante a quello di Alberto Sordi quando impersonava l’italiota medio -, si trova a capo di una formazione di diverso colore. Non riesco a dare un qualche valore a ciò che sta succedendo, probabilmente..

La lezione americana
di Joe Biden
alla sinistra italiana

Il nuovo presidente degli Stati Uniti ha davanti a sé l’immane compito di ricomporre le grandi e pericolose fratture che attraversano il popolo americano dopo quattro anni di forsennata azione politica di Trump, volta a dividere e a provocare lo scontro. In un’America in crisi e in alcuni suoi settori disgregata tra classi sociali diverse, con diversi livelli di cultura e di reddito, con marcate differenze salariali e con la condizione di gran parte delle donne e degli uomini di colore ancora ai margini della società, in un’America attaccata, come e più del resto del mondo, dalla pandemia, Trump ha utilizzato la predicazione dell’odio, l’esaltazione del sovranismo, del suprematismo bianco, del conflitto razziale, dell’uso della violenza e l’innalzamento delle barriere per impedire l’ingresso nel Paese di disperati provenienti dal Centro..

La difficile convivenza
tra Sciascia e il Pci

Nel centenario dalla nascita, diversi articoli, saggi e reportage televisivi hanno riproposto Leonardo Sciascia come uno degli scrittori più importanti del secolo passato. Lettore vorace delle sue opere, sul loro valore letterario non posso aggiungere nulla, non avendo idonea capacità critica. Posso ricordare, invece, il permanente valore della sua testimonianza civile e dell’impegno politico che improntò tutta la sua vita, indicandolo come impareggiabile maître à penser, un siciliano che ebbe l’orgoglio dell’appartenza e il rigore della denuncia per gli eccessi della sicilianità. Lo scrittore, per qualche tempo, svolse un protagonismo diretto nella vita delle istituzioni, fece parte di assemblee elettive: il consiglio comunale di Palermo, prima. e la Camera dei deputati, poi. In quelle occasioni egli tentò di dare concretezza ad una visione della politica “nel senso etico- come scrisse..

Scalfari, la Dc e l’elogio distorto al riformismo

Su "Repubblica" di oggi c’è una lunga intervista sul riformismo in Italia ad Eugenio Scalfari, come di consueto ricca di utili riflessioni, di analisi lucide e di notevole faziosità. Il venerando giornalista attribuisce il merito prevalente delle riforme introdotte in anni lontani, alla cultura e all’impegno dei gruppi di provenienza azionista e laica che hanno dovuto fare i conti con la Democrazia Cristiana la quale "aveva abbandonato De Gasperi e che nella sostanza si opponeva a qualsiasi cambiamento". Scalfari aggiunge che le battaglie dell’Espresso del 1963 sulle riforme individuavano in quel partito l’avversario naturale in quando “non voleva le riforme che avrebbero intaccato il suo potere”. Se è possibile correggere il famoso giornalista: Nel 1962 venne nazionalizzata l’energia elettrica. Nello stesso anno fu introdotta la scuola dell’obbligo. Nel 1962 venne..

Gerenza

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