Calogero Pumilia

Quelle facce straniere servivano al Pd per perdere meglio

Di Chinnici non vale la pena di continuare a scrivere. Si tratta di una modesta vicenda di opportunismo che banalmente la protagonista tenta di giustificare con il suo moderatismo incompatibile con un partito di sinistra, in particolare dopo la vittoria alle primarie di Schlein. Se ne accorge dopo nove anni di permanenza al Parlamento Europeo eletta da quel Partito e dove è stata comodamente per due legislature naturalmente componente del gruppo socialista. Ma il Partito democratico come sceglie i propri candidati per palazzo d’Orléans e per alcuni tra i maggiori comuni dell’Isola? Sarebbe normale che una forza politica preparasse per tempo tra i propri militanti i competitori per rappresentarla, individuandoli tra quelli dotati di una identità forte, con idee e progetti elaborati nel tempo e con una storia che li..

Tra la Chinnici e Schifani ci sarà uno scambio di valori

La notizia dell’abbandono del Partito Democratico di Caterina Chinnici, fosse vera, sarebbe di enorme portata e susciterebbe smarrimento e tanta umana pietà. Altro che il transito di Cancelleri verso Forza Italia! È talmente incredibile, comunque, da non dover essere vera. E dopo averci riflettuto per qualche attimo ho capito che le cose non stanno così come vengono proposte. Non siamo in presenza di un volgare episodio di trasformismo. È impossibile pensare che una “icona”, con una storia familiare e personale di quel genere baratti dignità e prestigio in cambio di qualcosa – un terzo mandato al Parlamento europeo? - Ma mi facciano il piacere! Direbbe Totò. Come può mai capitare che una donna così intransigente sul piano morale, per professione adusa a fare rispettare leggi e pandette, severa, impregnata di..

Cancelleri, una festa del perdono per tutti i berluscones

Avevano pensato di metterlo in prima fila, accanto al padrone di casa. La festa era anche e principalmente per lui. Per Cancelleri che faceva il suo ingresso “nella famiglia dei valori”. Poi capirono che sarebbe stata preferibile la seconda fila. L’evento andava celebrato, ma senza gli eccessi berlusconiani, ché non è più tempo. Collocato alle spalle di Schifani, Cancelleri era in buona posizione per i riflettori e le riprese ma non proprio esposto come un trofeo. Così poteva meglio riflettere sulle “valutazioni errate” del passato – sono le sue parole, come quelle sulla famiglia dei valori – e confermare il proponimento di non continuare a sbagliare. Era cambiato, anche se avvertiva che la via della redenzione qualche problema ancora glielo creava dentro. Mentre ascoltava l’inno che fino a tempo prima..

Dalla Dc a La Russa: la Costituzione non va interpretata

Fu Alcide De Gasperi, capo del governo provvisorio, nell’aprile del 1946, a stabilire con decreto che il 25 dello stesso mese divenisse festa a “celebrazione della totale liberazione del territorio nazionale” dall’occupazione nazifascista. In un messaggio immediatamente successivo, lo stesso De Gasperi chiese ai capi partigiani di adoperarsi per “superare lo spirito funesto della discordia e lasciar cadere i risentimenti e l’odio”, perché quel giorno fosse per tutti la ricorrenza della libertà riconquistata dopo vent’ anni di dittatura e l’inizio di un nuovo percorso lungo il quale sarebbe stata costruita la democrazia e garantita la concordia di tutti sui valori della Resistenza. De Gasperi dal fascismo aveva avuto il carcere e l’esilio, aveva subito lo scioglimento e la messa fuori legge del Partito popolare del quale, dopo Luigi Sturzo, era..

Non bastavano due improvvisatori a far rinascere il centro

Si erano giurati lealtà ed erano spergiuri seriali. Avevano ritenuto di modificare l’equilibrio politico del Paese, spezzando il bipolarismo ed erano improvvisatori senza progetto, né visione, né prospettiva. Dovevano intercettare i voti dei moderati e dei benpensanti ed erano intemperanti giocatori d’azzardo. Avevano deciso che uno si intestava la guida del nuovo partito e l’altro collaborava defilato ed erano due gigioni incapaci di rimanere lontani, anche per un giorno, dal palcoscenico del chiacchiericcio politico. Si erano impegnati a vestire i panni severi dei protagonisti della tradizione azionista e repubblicana e sono rimasti due esagitati, specialisti nel collocare trappole e con una gran dose di furbizia che è quella “virtù” buona a creare successi effimeri ma che viene facilmente scoperta. Come era prevedibile, si dice così ed è proprio brutto, Calenda..

Lezione ai politici: sui diritti civili non servono toni sguaiati

Sui diritti civili la politica si divide più che su tutto il resto. Più che sull’economia e su altre questioni pure essenziali per la vita dei cittadini. È normale che sia così. Il tema dei diritti, di quelli che sono ora in discussione, richiama aspetti etici e morali di estrema importanza, interpella la coscienza di ciascuno, suscita interrogativi, spacca le stesse forze politiche. Chi scrive per esempio qualche problema lo avverte sulla maternità surrogata, come lo avvertono molti cattolici che militano nel Partito democratico. Esistesse un clima più pacato, meno avvelenato dalla contrapposizione e meno sfigurato dall’arroccamento ideologico ed identitario, su questo e su altro ci si dovrebbe confrontare con maggiore serenità per tentare di trovare un terreno d’incontro che non coincida necessariamente con il perimetro della maggioranza o dell’opposizione...

Usi la testa più della pancia: così la Meloni può svoltare

Una stramba polemica ha coinvolto la presidente del Consiglio ed alcuni esponenti della sinistra. A Fratoianni non è piaciuta una citazione di Ernest Renan sulla Nazione, un “plebiscito che si rinnova ogni giorno”, sostenendo che lo scrittore e storico francese del XIX secolo è stato un “teorico del razzismo”. Corrado Augias ha invitato la presidente del Consiglio a non mettere le mani sull’autore della famosa Storia del Cristianesimo. All’uno e all’altro lei ha risposto in modo piccato e del tutto condivisibile che la cultura è patrimonio di tutti, ricordando quanto sia assurda la pretesa di una sorta di monopolio della sinistra sulla stessa. In breve, questo l’antefatto che induce qualche riflessione. È di gran lunga preferibile la Meloni impegnata in una polemica di questa natura, a quella che alcuni mesi..

Autonomia differenziata. Schifani si è accodato ai vincitori

Doveva finire così. Ognuno nella propria casella. La conferenza delle Regioni a maggioranza ha dato parere favorevole all’autonomia differenziata. Si può procedere verso quella che qualcuno definisce “la secessione dei ricchi”, con il consenso del Nord che porta a casa un bel risultato, scippando diritti e aspettative al resto del Paese e della destra del Sud che, rimangiandosi riserve e critiche, lascia cadere la pretesa di subordinare il sì alla definizione di taluni aspetti del disegno di legge, almeno per attenuare l’impatto sul futuro delle loro comunità e per salvare la faccia. Chi comanda non è stato a sentire, non li ha presi sul serio e ha preteso che il consenso fosse pieno e senza alcuna condizione. Ha voluto che si smettesse di chiedere garanzie e ci si inquadrasse. Così..

La vittoria di Elly è il risultato di una frattura insanabile

Cominciamo dagli aspetti più evidenti, quelli che riferiscono tutti. Una donna di 38 anni è la nuova segretaria del Partito democratico. L’hanno voluto gli elettori delle primarie, smentendo tutti i pronostici e sovvertendo i risultati dei circoli. Già questo dà il segno di un voto non orientato dai dirigenti, dalle correnti organizzate come, almeno in parte, può essere avvenuto per quello degli iscritti. Il risultato indica così una certa frattura tra i militanti e la più vasta platea dei cittadini che si sono recati ai gazebo, un modo diverso di vedere il partito, una domanda di partecipazione inespressa e ignorata da tempo. Questi cittadini, ad una proposta di rinnovamento dentro uno schema tradizionale, ne hanno preferito una molto più chiara ed evidente, hanno posto l’esigenza di una svolta, di una..

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