Giuseppe Sottile

Balzac a spasso per tribunali

Ricordate il racconto del soldato che conviveva nel deserto con una pantera? Pensate ai Gip e alle Procure. E' lì che nascono i magistrati da talk show

Toh, c’è un politico
che almeno si muove

Che ci volete fare, è renziano. E come tutti quelli che si arrabattano in politica avrà anche qualche peccatuccio da farsi perdonare. Ma Davide Faraone merita un applauso: non fragoroso, non da spellarsi le mani, ma un timido segno di compiacimento, quello sì. Da quando i suoi avversari interni tentano di metterlo fuori gioco il segretario regionale del Pd batte in lungo e in largo la Sicilia: scoperchia il pentolone maleodorante delle discariche che inquinano il territorio; vola a Lampedusa per dare conforto ai quaranta diseredati della Sea Watch che Salvini tiene all’addiaccio; e lunedì inizierà, sotto il sole di luglio, una marcia di novanta chilometri, da Ragusa a Catania, per dire al mondo che il governo gialloverde lascia la Sicilia a piedi. Mentre il governatore Musumeci si rintana sempre..

“Me ne occuperò”
il motto del non fare

"Me ne occuperò": è la sola bandierina di carta che il presidente della Regione riesce a sventolare ogniqualvolta lo si mette di fronte a un grave problema della Sicilia. Riguardate le cronache. Si interrompe la ferrovia tra Messina e Palermo, creando disagi ai turisti e ai siciliani che tornano per le vacanze? Musumeci cade come sempre dal pero e liquida la questione col nuovo motto: “Me ne occuperò”. La monnezza soffoca città e periferie, le discariche infettano il territorio, le strade franano, gli incendi devastano i boschi, mancano i forestali, le fiamme aggrediscono persino le spiagge? Nessuna paura: “Me ne occuperò”. La corruzione dilaga, la questione morale esplode, dalle casse della Regione sono spariti novantuno milioni? Alt. Su questo tema la musica cambia: il Governatore copre il suo bullo di..

Il basso impero
di palazzo d’Orleans

Il bullo, che pirotelleggia da mesi tra i corridoi di Palazzo d’Orleans, sente di avere le scarpe strette e cerca di trovare un rimedio: una password, appunto, che gli consenta di uscire dallo scandalo dei 91 milioni pagati dalla Regione al suo amico Ezio Bigotti, avventuriero di Pinerolo, per un censimento dei beni immobili che nessuno ha avuto la fortuna di vedere. Claudio Fava, presidente dell’Antimafia ha già preannunciato che avvierà le audizioni anche su questo sporco affare. E per il bullo non sarà facile uscire indenne da una storiaccia che lo ha visto tra i protagonisti: dieci anni fa come consulente e sponda politica di Bigotti; oggi come arbitro al quale un governo senza pudore, presieduto da Nello Musumeci, ha delegato il compito di risolvere i guai creati da..

Il governo e l’illusione
del giardino d’Oriente

Ma che serve spendere undici milioni di euro perché il prossimo Giro d’Italia parta dalla Sicilia? A che serve concedere il Tempio della Concordia a due fantasiosi stilisti – un po’ chic e un po’ kitsch – se poi il turista che andiamo inseguendo troverà una Sicilia senza strade e le città ammorbate dalla monnezza? Nello Musumeci, con encomiabile gesto di ospitalità, ha cantato ieri le lodi di Dolce & Gabbana. Ma non si può sempre vivere nell’illusione che qualcuno del Nord venga a spargere, a suon di milioni, un pugno di cipria e lasciare poi le strade in totale abbandono o una grande città come Palermo sepolta dai cumuli di rifiuti. Serve un governo che governi; non un Governatore, abbagliato dal luccichio degli strass, che scriva un articolo su..

Troppi gli scandali
nella Sicilia dei silenzi

Scusate, ma siamo confusi nel bene. Qual è, sincerissimamente parlando, lo scandalo più scandaloso dei tanti che in queste ore attraversano la Sicilia? C’è quello putrido e maleodorante della monnezza, con diecimila tonnellate di rifiuti lungo le strade che nessuno sa ancora come rimuovere. Ma c’è anche lo scandalo di Lampedusa, di un’isola flagellata dai giochi proibiti di Matteo Salvini e delle Ong sulla pelle dei disperati. E poi c’è la grande, mastodontica vergogna della corruzione che sistematicamente travolge e coinvolge partiti e uomini di governo, avventurieri e organi di controllo, burocrati e clan mafiosi. Verrebbe da urlare. Dov’è il Governatore che aveva fatto dell’onestà-tà-tà la sua bandiera? Dove sono le mezzecalzette che promettevano un mondo di perle e di rose e che oggi affogano pure loro in un cumulo..

Povero Governatore
onesto ma pavido

Sia lode ad Antonio Fraschilla, il cronista di Repubblica che dal 2011 martella sullo sporco affare dei 91 milioni versati dalla Regione a un avventuriero di Pinerolo in cambio di un censimento immobiliare che nessuno ha mai visto. Ora che lo scandalo è arrivato all’Ars, Fraschilla rivendica i propri meriti: “Io il mio dovere l’ho fatto”, scrive. E passa la palla a chi dovrebbe individuare i responsabili. Ma il guaio è che nessuno si fa avanti. Musumeci sa e non parla: teme di lasciare con le spalle nude il suo bullo di riferimento, l’impomatato che dell’avventuriero di Pinerolo fu consulente, consigliere e sponda politica; e per evitare che lo scandalo possa compromettere gli equilibri del suo governo nasconde pure le carte relative ai due arbitrati con i quali il malvissuto..

Onesto o complice?
Musumeci al bivio

E ora che cosa farà Nello Musumeci, il presidente della Regione che ha fatto dell’onestà la propria bandiera per la scalata a Palazzo d’Orleans? Si girerà ancora dall’altra parte come la scimmietta che non vede, non sente e non parla? Consentirà che lo sporco affare venga ancora gestito dallo stesso bullo che ha fiancheggiato l’avventuriero di Pinerolo fin dall’inizio nella tripla veste di consigliere, consulente e assessore? Si lascerà ancora infinocchiare dall’impomatato che dice di vantare coperture a Roma, ad Arcore, a Genova e in ogni altro luogo dove troneggiano le logge del potere? O si lascerà finalmente consigliare da coloro, a cominciare da Raffaele Lombardo, che hanno già sperimentato sulla propria pelle quanto il bullo sia politicamente untuoso e inaffidabile? Diciamolo: il Governatore è a un bivio. O si..

Ma nessuno vigila
sui ladri della Regione

Lo scandalo non sta nel fatto che una banda di avventurieri abbia rapinato novanta milioni alla Regione. Lo scandalo di Sicilia Patrimonio Immobiliare sta soprattutto nel fatto che la sparizione di novanta milioni sia ritenuta una quisquilia anche da chi viene pagato per vigilare sui conti e per garantire che non ci siano sprechi né malversazioni. Prendiamo la Corte dei Conti. Vi risulta che abbia promosso un’inchiesta, che abbia chiamato qualcuno a risarcire l’erario, che abbia trasmesso le carte alla procura della Repubblica? O la Segreteria generale di Palazzo d’Orleans: vi risulta che abbia messo il fascicolo dello sporco affare a disposizione di chi dovrebbe individuare e punire i colpevoli? Oppure la Commissione Antimafia, così zelante su altri fronti: vi risulta che abbia chiamato Musumeci per chiedergli conto e ragione..

Noi in guerra contro bulli
leccaculisti e farfalloni

Abbiamo picchiato sui bulli e su chiunque creda di farsi largo con i soprusi e con ogni sconsiderato episodio di aggressione. In giro se ne trovano tanti ma il nostro bersaglio favorito resta l’impomatato che piritolleggia lungo i corridoi di Palazzo d’Orleans. Abbiamo picchiato sui leccaculisti e sui tanti coraggiosi che fanno la riverenza a tutti i santoni del potere sperando così di agguantare una pizzicata di denaro pubblico. E abbiamo picchiato anche sui farfalloni e su quegli uomini politici che dicono tutto e il contrario di tutto, che disquisiscono e catoneggiano, ma che alla fine hanno con la realtà – lo annotava Karl Kraus – lo stesso rapporto che la fattucchiera crede di avere con la metafisica. Abbiamo picchiato duro e siamo stati premiati. Buttanissima ha chiuso giugno con..

Gerenza

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