Toi Bianca

Travaglio il perfetto
e i bambini ritardati

L’ha rifatto. Ovviamente appartiene alla sua cultura, al suo modo di pensare. In una perversa eugenetica retorica, per Marco Travaglio la diversità fisica e/o mentale diventa sinonimo di insulto, anzi insulto tout court. Nell’editoriale del 23 marzo sul suo “Fatto Quotidiano” invitava il suo detestato Sallusti a trarre dalla sua analisi “le conclusioni che trarrebbe anche un bambino ritardato”. Come dire l’ultimo gradino del genere umano. L’ha rifatto. Nel 2017 – come ha ricordato Gianluca Nicoletti sul sito “Per noi autistici” – aveva posto alla base della catena dell’evoluzione umana i mongoloidi. “Andate pure avanti a trattarli come mongoloidi” aveva detto dalla Gruber discutendo di politica e di politici. In realtà lo fa da sempre. Stavolta i “bambini ritardati”, ieri i “mongoloidi”, innumerevoli volte il “nano” Brunetta, (per tacere delle..

Ma io difendo
l’ex commissario
Vi spiego perché

Conosco personalmente Domenico Arcuri, ho lavorato con lui per due anni a Sviluppo Italia (ora Invitalia) e credo sia una persona per bene, professionale, con una quota di gusto per il protagonismo che a quei livelli è inevitabile e che lo può rendere antipatico a più d’uno. Il fatto che abbia attraversato giudiziariamente indenne in un anno vissuto pericolosamente bypassando, per necessità e mandato specifico del governo, negli acquisti e appalti procedure e normative di garanzia (perché a febbraio in Italia non avevamo nemmeno le mascherine - io ho comprato la prima fp2 in una sanitaria di viale Eritrea a Roma per 14 euro, una mascherina 14 euro!) è credo un segnale importante sull’etica dell’uomo. Certo, ora che è “caduto da cavallo” è più debole e non mi stupirebbe qualche..

Strambotto a difesa della Borgonzoni (e di tutti i ripetenti)

Ok, se ci mettevano Claudio Magris, o Salvatore Settis, o Alessandro Baricco (no, anzi lui no perché è amico di Renzi), o Paul Auster, o Nick Hornby, o Jonathan Franzen, o il mio amato Paco Ignacio Taibo II a fare il sottosegretario alla cultura era meglio. Ma i partiti questi nomi non li hanno messi nei pizzini passati a Supermario. E se li avessero messi poi bisognava vedere se questi qui andavano a fare i sottosegretari di Franceschini che ha vinto il ministero della cultura per concorso tanti anni fa e quindi è ministro a prescindere. Oggi mi pare, girando per il web e i social, che la media dei frequentatori si aspettasse Rubbia alla ricerca scientifica e sono sorpresi e affranti per non averlo trovato nella lista. Io capisco..

Caravaggio,
gli dei se ne vanno
gli arrabbiati restano

Al di là merito della questione prestito/si-prestito/no, delle polemiche virulente, delle sceneggiate al “Maniace” e delle ginkane del Merisi impacchettato fra i dehors di Ortigia, al di là del colore, del folklore, del clamore, sul Caravaggio, ormai “emigrato”, si son andati aggrumando dubbi, reticenze, ambiguità, elementi non spiegati. Come è possibile, intanto, che questa storia del prestito/valorizzazione iniziata nell’autunno del 2019 sia diventata di dominio pubblico solo a giugno del 2020, per una “voce dal sen fuggita” a Sgarbi in una intervista? Come è possibile nella richiesta di parere alla Curia da parte della Soprintendenza (del 27 febbraio) si ventilassero esigenze di restauro che poi si sono rivelate infondate e che avevano indotto la Chiesa siracusana a un primo parere positivo? Come è possibile che l’urgenza di un restauro sbandierata..

E Italia alla fine
“scomunicò” Granata
sul caso Caravaggio

Qualcosa non funziona nei rapporti fra il sindaco Italia e l’assessore Granata. La politica, si sa, è il luogo dei grandi contrasti e delle subitanee riappacificazioni, dei “mai più” e “per sempre” nell'arco di 48 ore, ma oggi è palese e pubblica la divergenza di vedute fra il primo cittadino e l’ex parlamentare. Il riferimento è alla vexata quaestio del “prestito” del Caravaggio al Mart di Rovereto che si trascina da mesi in città con tuoni e fulmini, scambi di contumelie, tregue momentanee, scaramucce, battaglie in punta di diritto e veleni in punta di penna. Ma non è la “querelle” sul “Seppellimento di Santa Lucia” l’oggetto di questo pezzo, bensì la questione politica interna alla giunta che la vicenda ha evidenziato. Perché, praticamente dall’inizio della polemica, al Vermexio sono emerse..

Gerenza

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